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- Il Trovatore è spesso considerata opera "conservatrice" di Verdi,
quasi un estremo omaggio alla struttura formale che lo stesso compositore
andava allentando ne La Traviata.
Ma nonostante la struttura pienamente tradizionale, in quest'opera interamente
costruita sui "numeri chiusi" tanto odiati da Wagner si possono ravvisare
interessanti particolarità tonali e formali, che si inseriscono appieno
e talvolta con valore esemplificativo nell'analisi delle modalità
compositive del grande bussetano.
Molti studi sono stati fatti al proposito, e chi volesse saperne di più
può consultare gli atti dei Congressi Verdiani di Parma o gli
studi del Baldini. Noi qui ovviamente ci limiteremo a dare qualche indicazione
generale.
- Innanzitutto va introdotto il concetto di polarità. Con tale
termine si intende un uso allargato dei normali rapporti tonica-dominante che
erano alla base dell'opera classica: i rapporti si estendono ad altre
tonalità, che sono in relazione diretta con quella d'impianto,
costituendo così una sorta di "reticolo di tonalità". Tutte
queste tonalità sono "poli" tra loro legati, ed il loro insieme
sostituisce l'unica tonalità della forma classica: esse sono quasi in
lotta drammatica tra di loro, come i personaggi sulla scena, per l'affermazione
della "tonica definitiva".
Il rapporto che unisce tra loro queste tonalità in Verdi è
specialmente l'intervallo di terza: ad esempio Re maggiore è
collegato a Fa# maggiore, a sua volta collegato a La maggiore;
Do minore può essere collegato a Lab o a Mib
maggiore. Ma spesso maggiore e minore sono equivalenti in questi rapporti,
e si può vedere Re maggiore collegato indifferentemente a Fa#
minore o maggiore.
- Queste teorie sono meglio comprensibili facendo degli esempi pratici, ed i
migliori esempi di questa concezione armonica verdiana sono proprio nel
Trovatore.
La scena, aria, scena e duetto di Leonora (Parte Quarta - Il Supplizio) ha la
seguente struttura tonale:
Preludio "Siam giunti: ecco la torre" (Fa min.), Aria "D'amor sull'ali
rosee" (Fa min. - Lab magg.), Miserere (Lab min. - Lab
magg.), Cabaletta "Tu vedrai" (Fa magg.), Scena "Qual voce" (Mib
magg. - Lab min.), Aria "Mira di acerbe lagrime" (Lab magg.),
Transizione "Conte... Grazia!" (Lab min.) Cabaletta "Vivrà!
Contende il giubilo" (Fa magg.).
Si nota come i rapporti tonali siano basati non sulle convenzionali relazioni
tonica-dominante o tonica-relativo maggiore, ma comprendano un moto per terze e
l'equivalenza tra relativo maggiore (Lab maggiore) e suo modo minore
(Lab minore nel Miserere). Il moto per terze è
accompagnato da alcune finezze che si notano solo guardando in
profondità: basti notare che la modulazione da Fa minore a Lab
maggiore nell'Aria (D'amor sull'ali rosee) avviene sulla parola
"misero", anticipando anche sul piano testuale il Lab minore/maggiore
del "Miserere".
Inoltre, è interessante vedere come questa struttura polare leghi tra di
loro dei pezzi "chiusi" che invece di essere indipendenti come nell'opera
tradizionale sono invece blocchi costitutivi di una superiore unità
armonica e formale.
Ciò rende bene conto delle sensazioni di unitarietà che Il
Trovatore riesce a dare nonostante la struttura sembri la più
tradizionale.
- Un altro esempio può essere tratto dalla Parte Seconda:
Coro di Zingari "Chi del gitano" (Mi min. - Sol magg. - Do
magg.), Canzone di Azucena "Stride la Vampa" (Mi min.), Ripresa del
Coro (Do magg.), Scena "Condotta ell'era in ceppi" (La min.),
Duetto "Mal reggendo" (Do magg. - Sol min. - Sol magg.).
Nel coro iniziale si nota come anche i rapporti interni siano per terze
(Mi-Sol Mi-Do). Tra i vari numeri la relazione è la stessa:
Mi-Do Do-La Mi-Sol. Anche in questo caso poi, c'è equivalenza
maggiore-minore (Nel duetto "Mal reggendo").
Queste polarità tonali vedono, a differenza dell'esempio precedente, in
cui il perno era costituito da Fa magg./min., privilegiato il percorso
Mi min.-Sol magg. (relativo maggiore).
Ancora moltissimi esempi sono presenti in tutto il Trovatore. Per
concludere, notiamo un ultimo rapporto tonale, dalla Scena e Cavatina di
Leonora (Parte Prima):
Scena "Che più t'arresti" (Mib magg. - Do# min. - Reb
magg.), Aria "Tacea la notte placida" (Lab min. - Lab magg.),
Transizione (La min. - Do magg. - Fa min. - Mib
magg.), Cavatina "Di tale amor" (Lab magg.).
Qui si vedono al lavoro tutti i legami di polarità e di aderenza al
testo drammatico di cui abbiamo parlato sinora: nella Scena iniziale si vede
come i rapporti per terze si estendano anche alla terza diminuita
(Mib-Do#); c'è poi l'equivalenza maggiore-minore (Do#
min. - Reb magg.), in questo caso anche trattata enarmonicamente; il
rapporto con l'Aria va sempre inteso come terza eccedente "enarmonica"
(Reb-Lab=Do#-Lab). Nella transizione continuano le polarità
disposte per terze (La-Do La-Fa Do-Mib), infine si torna al Lab
che costituisce il fulcro del reticolo tonale.
Più in dettaglio notiamo, come esempio di rapporto con il piano
testuale, che la dolcissima modulazione da Lab minore a Lab maggiore
all'interno di "Tacea la notte placida" avviene mirabilmente proprio sulle
parole "dolci s'udiro".
- Concludiamo ricordando che l'opera inizia in Mi maggiore e termina in
Mib minore, con profondi significati drammatici: lo slittamento di
semitono ed il passaggio da maggiore a minore potrebbe esprimere
uno "sfiancamento" ed un "esaurimento", nel transito dalla situazione iniziale,
conflittuale ma piena di vive passioni, al tragico epilogo "per esaurimento dei
protagonisti".
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