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Caro nome e l'atmosfera musicale del Rigoletto
di Marco Milano
- Rigoletto è la prima opera in ordine cronologico nella "Trilogia
Popolare" di Giuseppe Verdi, che come tutti sanno è formata da
Rigoletto, Il Trovatore e La Traviata. Nonostante la
posizione temporale, dal punto di vista musicale Rigoletto è meno
tradizionale del Trovatore, ma ha con esso in comune l'ambientazione
storica in un'epoca remota, mentre La Traviata presenterà (o
meglio cercherà di presentare) un'inedita ambientazione contemporanea.
All'interno del Rigoletto, la cui struttura è contraria a molte delle convenzioni dell'opera
italiana (mancanza di arie "di presentazione" e di concertati finali, ouverture breve, ecc.),
molto è stato scritto sulla bellezza e l'innovazione del celebre
Gualtier Maldé... Caro nome, in cui Gilda esprime i suoi
sentimenti per il Duca (creduto studente) con volatine e colorature di ogni
tipo, tanto che molti considerano questo brano quasi il simbolo del personaggio
di Gilda.
- Noi però non condividiamo tutta questa ammirazione, ed il Caro
nome, cavallo di battaglia di molti soprani di coloratura, ci sembra
terribilmente intriso di uno stucchevole sapore di melassa, perdipiù in
stridente contrasto con l'atmosfera musicale globale del Rigoletto,
drammatica e grandiosa (come evidente negli interventi del gobbo e nei celebri
continui richiami alla "maledizione", primo titolo dell'opera), ma anche in contrasto con l'eterea
sublimità del personaggio di Gilda (come evidente nella scena della
morte tra le braccia del padre).
L'unico rapporto profondo che il Caro nome evidenzia con il resto
dell'opera è quello, sia di atmosfera che motivico e tonale, che si
stabilisce con Questa o quella e con La donna è mobile, l'altro brano celeberrimo di
quest'opera.
- A parte la geniale qualità musicale di quest'ultima, essa sì
autentico capolavoro della più fluida vena musicale verdiana, va notato
che sia la celebre aria del tenore che la cabaletta si staccano piuttosto nettamente
dall'atmosfera musicale del Rigoletto, ma tale differenza è
giustificata dalla personalità del Duca, ben distinta dai travagli
interiori del suo giullare, dalla cupezza di Sparafucile, dal candore della
giovane da lui insidiata, in definitiva dall'atmosfera dell'opera.
Invece il Caro nome è estraneo anche all'area musicale in cui si
esprime solitamente Gilda. Ci troviamo così dinanzi ad un dilemma:
stabilita la differenza che separa Questa o quella, La donna è mobile e Caro
nome dal resto del Rigoletto e la somiglianza tra i tre brani,
mentre i primi due appaiono giustificati dalla personalità di chi la canta
(il Duca) il terzo brano è estraneo anche ad essa. Quale la ragione di
una simile disparità di trattamento?
- Si potrebbe cercare una ragione più profonda della necessità di
una grande aria di coloratura per giustificare l'estraneità di Caro
nome rispetto all'atmosfera musicale di Gilda, e proprio il rapporto con
le arie del Duca può darci la chiave per scoprirla.
A nostro avviso il Caro nome appartiene all'area musicale e psicologica
del Duca: mentre le parole sono espressione della personalità di Gilda,
la musica è interamente espressione di quella del Duca, ed è per
questo che è in rapporto con La donna è mobile e Questa o quella
invece che con le altre espressioni musicali di Gilda.
Ecco una possibile spiegazione dell'arcano: il genio verdiano ha probabilmente
voluto evidenziare come la personalità del Duca abbia soggiogato
completamente quella di Gilda, costringendola addirittura ad esprimersi con i
medesimi stilemi musicali utilizzati dal Duca.
Caro nome è dunque "musica del Duca", ed è per questo che
in Rigoletto vi è una sola vera estraneità, quella tra
l'area musicale del Duca ed il resto dell'opera, visto che anche l'altra aria
"estranea", il Caro nome, in realtà appartiene al Duca stesso,
entrato di prepotenza nella personalità "debole" di Gilda.
- Ulteriore conferma di questa ipotesi si può trovare nel seguito della
vicenda: il Duca ha talmente irretito Gilda che ella canta utilizzando gli
stilemi del Duca, così diversi dai suoi, evidenziando una totale perdita
di sé, annullata nell'amore per il nobile libertino, ed infatti
nonostante la scoperta della sua infedeltà ella è ormai talmente
"fatta Duca" che decide di morire per salvarne la vita, annullando la propria
esistenza che prosegue idealmente nella sopravvivenza del solo Duca.
Dopo il compimento della tragedia però, Gilda ritrova se stessa in punto
di morte, e si esprime di nuovo con lo stile sublime ed innocente che le
è proprio e che nelle ultime frasi prima della morte tra le braccia del
padre la spinge, ormai libera dai moduli espressivi del Duca, verso l'oltranza
mistica.
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