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- Il Barbiere di Siviglia è certamente l'opera comica di maggior fortuna
nel repertorio rossiniano. L'immediatezza della musica, il ritmo incessante, le trovate comiche,
tutto contribuisce a fare di quest'opera forse l'unica (assieme all'opera seria Guillaume Tell)
a non aver conosciuto momenti negativi dalla composizione ai giorni nostri.
Ma la semplicità dell'ascolto è direttamente proporzionale alla difficoltà
di un'analisi critica.
- Il fascino del ritmo rossiniano nasconde infatti un atteggiamento equivoco verso le
stesse passioni rappresentate, ed è segnalato dal trattamento della melodia: nel Barbiere
in realtà non esiste quasi mai una vera e propria melodia, in quanto vi si nota una continua
frammentazione degli incisi, che vengono utilizzati attraverso gli artifici della ripetizione e
dell'intensificazione ritmica in modo da dare una grande vitalità al fluire melodico pur
senza melodie spianate.
Queste caratteristiche, presenti anche nelle altre opere comiche di Rossini, contrastano non solo
con il sentimentalismo ed il melodismo tipici delle precedenti opere della morente scuola
napoletana, ma anche con la maggior lunghezza ed articolazione delle melodie rossininane nelle sue
opere serie.
- Questo "antimelodismo" potrebbe dunque essere considerato come l'indice dell'atteggiamento
rossiniano nei confronti delle vicende comiche: un atteggiamento che da molti critici è stato
definito di amara ironia, in contarsto con il senso di abbandono gioioso che si prova all'ascolto.
La corretta interpretazione delle caratteristiche compositive del rossini comico è un
problema che non trova facilmente una soluzione: si resta sempre nel dubbio, tra un'analisi psicologica
che interpreta il melodizzare interrotto, l'uso del contrappunto e il mancato abbandono al pathos
come chiaro segno del distacco ironicamente amaro di Rossini dal libretto e conseguentemente dell'atteggiamento
distaccato di Rossini nei riguardi della vita del suo tempo.
- Praticamente, Rossini non crederebbe nei lieti finali delle sue opere comiche, e per
questo il trattamento musicale sarebbe meccanico e senza abbandoni sentimentali, con un virtuosismo
astratto di grande impatto vocale ma senza coinvolgimento se non quello ritmico.
Inoltre, i finali dei Primi Atti, sempre all'insegna della confusione, sarebbero un'ulteriore
conferma di questa tesi "negativa", che vede un Rossini precursore del moderno teatro e delle
inquietudini del nostro secolo.
- Noi però non ce la sentiamo di sottoscrivere in pieno queste tesi, e ci
sembra che tale interpretazione, legata alla "Rossini Renaissance", sia stata influenzata dalla
visuale moderna tanto quanto lo furono la fortuna ed il declino di Rossini dalle visuali delle
rispettive epoche, e che vi sia il rischio di forzare la realtaà della musica del pesarese.
Se si getta uno sguardo alle opere serie, si può notare come il tema illuministico e
neoclassico del "bello ideale" sia alla base di queste creazioni, che cercano di costruire un mondo
ben lontano da quello che si stava realizzando in quegli anni: si potrebbe dunque cercare di
analizzare anche la produzione comica alla luce di questi fatti, il che porterebbe a ridimensionare
il senso di distacco, l'amarezza e la presunta falsità della gioia rossiniana.
- Più semplicemente, la gioia e la comicità non vengono espresse
tramite il melodizzare, ma tramite il pulsare ritmico, che provoca nello spettatore sensazioni
ben diverse da distacco, alienazione ed incredulità, ed anzi generano una comicità
irresistible ed un interesse musicale tutt'altro che distaccato, che difficilmente si potrebbe
definire "falsa gioia".
La mancanza di melodie ed il senso di
fredda ironia sarebbero in realtà dei portati del concetto neoclassico di "bello ideale",
che se applicati all'opera comica provocano la costruzione di forme perfette cui ovviamente
manca quell'abbandono sentimentale che sarebbe già un'increspatura nell'ideale neoclassico.
Una chiave di lettura che spiegherebbe molti dei segnali negativi presenti nel Barbiere, senza
ribaltarne la natura di opera genuinamente comica.
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